venerdì 16 maggio 2008

Reduce dal Solarexpo 2008 - 1

Ed eccomi qua, reduce da un tour de force di un giorno al Solarexpo 2008, con tutte le avventure conseguenti e connesse.

Ad esempio il viaggio in treno: treni nuovi, modernissimi, ma sporchi come ormai Trenitalia ci ha ampiamente abituato; dotati di nuove tecnologie, tutte mal utilizzate o in tilt (ho rinunciato a contare le porte automatiche dei vagoni con il cartello “non funzionante”; oppure potrei citare il fatto che ho viaggiato per un tratto su un locale e che, ad ogni stazione, una suadente vocina sintetica ci avvertiva che viaggiava con circa tre quarti d'ora di ritardo, e si scusava... peccato che il treno fosse perfettamente in orario. Probabilmente era sbagliato l'orologio del computerino che controllava quel sistema... oppure si trattava di una disfunzione spaziotemporale. Opterei per la prima...)

Un bel 6– dobbiamo darlo all'Ente Fiera di Verona. Ad esempio, l'autobus navetta gratuito che, ogni venti minuti, doveva collegare la stazione ferroviaria con la Fiera... beh, di questo fantomatico autobus non c'era traccia, nessuno ne sapeva niente, all'ufficio informazioni della stazione sono stati categorici: “Non c'è!”...

O, ad esempio, il fatto che in tutta la fiera non ci fossero punti informativi in cui cercare le coordinate dei vari espositori. O ti compravi il catalogo cartaceo (30 euro!!!), oppure dovevi arrangiarti... ed anche il catalogo non sempre era d'aiuto. Ad esempio, io cercavo la Ubbink Solar, che sul sito era elencata tra le aziende presenti ma NON tra gli espositori (quindi, evidentemente, doveva essere “ospite” di qualche altra azienda... cosa, peraltro, abbastanza frequente).

Ebbene, della Ubbink Solar, citata sul sito, non c'era traccia sul catalogo. Ed io avevo già rinunciato quando infine l'ho trovata per puro caso, passandoci davanti...

Bisogna invece ammettere che la “biglietteria via internet” ha funzionato: non solo ho risparmiato due euro, ma ho anche provato la sottile soddisfazione di superare le lunghe file alle casse, bypassare le file ai tornelli “normali”, ed entrare attraverso un tornello semideserto appositamente riservato...

Sono poi riuscito a capire perchè ogni volta, all'idea di andare in una qualche fiera (QUALSIASI fiera), mi prende un inestricabile groppo allo stomaco...

E non è solo per il conseguente tour de force, per il pranzo fatto con panini di plastica transgenica pagati a peso d'oro seduto su un gradino, per il caldo allucinante (perchè siamo in primavera: fossimo stati in inverno, sarebbe stato un freddo allucinante...)

No, il groppo allo stomaco dipendeva dall'inevitabile senso di fastidio che non si può non provare nell'atmosfera artificiosa ed artificiale di una fiera: un'atmosfera fatta di falsi sorrisi a 42 denti imposti per contratto, di uno spreco di risorse allucinante (avete mai fatto caso che alcuni degli stand di una fiera possono costare come un appartamentino?), di offerte commerciali spregiudicate e che sono smaccatamente delle fregature (evidentemente, i polli che ci cadono ci sono sempre...), di tristissimi cacciatori di gadget...

E visto che parliamo di cacciatori di gadget, passiamo alla parte “di colore”: il cacciatore di gadget è sempre esistito; e fino a che si tratta di ragazzini, ci possono anche stare. Vedere però un ultraquarantenne che si lancia con sguardo famelico su un portachiavi, intascando per strada con nonchalance una biro ed un pin, buttando il tutto nello shopper preso più in là (e nel quale ha già riposto altri 3 shopper, 5 biro, 6 portachiavi, 2 vasetti di caramelle ed un campione di tubo di rame isolato)... beh, è una visione veramente triste e deprimente. Ed ormai i cacciatori di gadget sembrano esser diventati legione, ed aver abbandonato qualsiasi dignità (ho visto uno rifare tre volte la fila di dieci minuti allo stand ove distribuivano una lampadina a risparmio energetico... ed ogni volta cambiando il cappellino, sperando di non farsi riconoscere. Ovviamente i cappellini li aveva fregati in qualche altro stand...)

La distribuzione di gadget, sinceramente, è un qualcosa che mi dà personalmente fastidio. Perchè devo accettare un oggetto inutile (un “mathom”, come lo chiamerebbe Tolkien), che finirà dimenticato in un cassetto solo perchè non ho il coraggio di gettarlo subito nell'immondizia? Perchè devo essere per forza complice di questo spreco?

C'è un unico gadget che ho preso ed apprezzato: un magnetino, a forma di inverter Fronius; carino ed utile, visto che l'ho già piazzato sulla lavagnetta magnetica in ufficio...


(1 - continua)

4 commenti:

  1. Caro anonimo,
    il tuo commento mi sembra un po' spammoso... comunque nonostante tutto ho deciso di non censurarlo.

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  2. Archimede, sei troppo buono! L'unico spammer buono è lo spammer morto... :-)

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  3. Ciao Archimede, siamo gli organizzatori di Solarexpo & Greenbuilding.
    Navigando nel web siamo capitati per caso nel tuo blog ed abbiamo letto le tue peripezie.
    Per fortuna abbiamo raggiunto una risicata sufficienza!

    Se vuoi rivangare episodi divertenti o malfunzionamenti della manifestazione, fai pure.
    E se ti serve "colorire" per essere più divertente, è ok. Davvero.
    Ma rispetta le regole di sempre: fino al 20% è senso dell'umorismo, oltre il 20% è calunnia.
    Vada per il 30% perchè il post è simpatico...

    Solo qualche appunto che proprio non possiamo non lasciare:
    1)La navetta c'era e l'anno presa in tanti, segnalata da una plancia alta 2 metri sul marcipiede antistante la stazione.
    Le ferrovie non ne sanno nulla, l'azienda pubblica di trasporti, ovviamente, si.
    2)I punti informativi, così come le casse, erano dotati di migliaia di cartine (gratuite) dove cercare gli espositori. Le hostess hanno aiutato chiunque per ogni info mancante.
    3) Il costo totale per entrambi I cataloghi di Solarexpo e Greenbuilding era di 10 Euro,
    a 30 Euro non lo avrebbe venduto nemmeno un bagarino dopo che fossero stati esauriti!
    4) Ubbink compariva tra le ditte rappresentate, e quindi presente in un altro stand.
    5) Sui sorrisi a 42 denti e sui gadget hai perfettamente ragione.

    Ciao, ed arrivederci alla prossima edizione.

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