venerdì 16 maggio 2008

accordo ENEL-Sharp per la produzione di moduli

Ce lo racconta Repubblica:

Entro il 2011 impianti per dare energia rinnovabile a oltre 80 mila famiglie
Nel patto anche la nascita di uno stabilimento per produrre moduli ultra moderni

ROMA - Crescita delle fonti rinnovabili e aumento dell'occupazione vanno a braccetto. La conferma arriva da un importante accordo tra Enel e Sharp ufficializzato oggi a Roma. L'azienda energetica italiana e la multinazionale giapponese hanno siglato un'intesa che prevede due punti essenziali. Il primo è l'installazione entro il 2011 di nuovi campi fotovoltaici per un totale di 161 MW in grado di produrre l'energia di cui hanno bisogno oltre 81.500 famiglie.

Il secondo punto riguarda invece la realizzazione in Italia di un impianto industriale per la produzione integrata di pannelli fotovoltaici basati sulla tecnologia di Sharp, un avanguardistico film sottile a tripla giunzione. Rispetto ai moduli tradizionali in silicio cristallino si tratta di un procedimento che consente un minore utilizzo di silicio, con evidenti risparmi economici, garantendo però prestazioni di efficienza simili a quelle dei moduli tradizionali.

E fin qui poco da commentare...


I dettagli dei due progetti sono ancora tutti da definire, ma l'idea di massima è quella di distribuire i campi fotovoltaici sul territorio, senza concentrarli in una zona precisa,

Ma vah?!?! Beh, almeno hanno capito che il fotovoltaico va distribuito sul territorio... non c'è male (non dimentichiamoci che stiamo parlando di politici...)


mentre resta ancora da verificare dove far sorgere lo stabilimento di produzione dei pannelli. Al momento l'unica certezza al riguardo sembra essere la scelta di una località costiera, dove è possibile sfruttare i servizi portuali. "La produzione - ha sottolineato infatti Starace - non sarà esclusivamente destinata verso l'interno ma verrà indirizzata anche alla crescita del fotovoltaico negli altri paesi del Mediterraneo".

L'affermazione comica non potevano lasciarsela scappare.
Stiamo parlando di produzione di fotovoltaico a film sottile, non di un cementificio.
Il fotovoltaico a film sottile è un'industria che, tutto sommato, richiede poco movimento di merci: sia la materia prima che il prodotto finito, come quantità, è più vicina ai furgoni che non ai TIR. E pensare a limitare l'impatto di questo tipo di trasporti, quando abbiamo l'Italia attraversata da migliaia di TIR che trasportano istericamente acqua minerale e sabbia da un capo all'altro dello stivale...


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