mercoledì 28 ottobre 2009

Delibere Regione FVG n. 2116 e 2117

Con il fotovoltaico le delibere in questione c'entrano solo "di sponda", soprattutto adesso che il Governo (anzi, governo, con la "g" minuscola...) ha tagliato la maggior tariffa incentivante legata al risparmio energetico...

Comunque sono interessanti lo stesso, e quindi le segnalo.

La Delibera n. 2116 della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia del 24/9/09 comprende il "Protocollo regionale VEA per la Valutazione della qualità Energetica e Ambientale degli edifici" quale strumento attuativo di valutazione di cui si dota la Regione ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale 18 agosto 2005 n. 23 (Disposizioni in materia di edilizia sostenibile), per disciplinare la valutazione del livello di sostenibilità degli interventi edilizi e per graduare i contributi previsti dalla legge stessa.

La Delibera n. 2117 della Regiona Autonoma Friuli Venezia Giulia del 24/9/09 comprende invece il "Regolamento recante le procedure per la certificazione VEA di sostenibilità energetico ambientale degli edifici, di cui all’articolo 6 bis, della legge regionale 18 agosto 2005 n. 23 (Disposizioni in materia di edilizia sostenibile)"

sabato 17 ottobre 2009

inaugurato impianto fotovoltaico record a Roma

In Italia siamo abituati alle inaugurazioni "politiche", effettuate magari in periodo di elezioni, e che anticipano di molto la reale operatività di quanto viene inaugurato...

Ebbene, il fotovoltaico va (virtuosamente) in controtendenza anche su questo.

Perchè è capitato che in questi giorni, a Roma, sia stato inaugurato un impianto fotovoltaico da record, sui tetti della Fiera: superficie di 38.000 metri quadri, realizzato in tecnologia "thin film" (film sottile).

Ebbene, l'aspetto particolare è che, anche se è stato inaugurato appena adesso, che sia già operativo da sei mesi. Ed in questi sei mesi ha sempre garantito almeno il 20% del fabbisogno elettrico della Fiera, arrivando al 28% nei mesi estivi, e con una punta del 48% nel mese di luglio.

Spesa: 10 milioni di euro, che rientreranno presto, visto il notevole risparmio sulle bollette e gli incentivi del Conto Energia.

(fonte: Corriere.it)

venerdì 16 ottobre 2009

impianto fotovoltaico fai-da-te



Una delle principali ricerche che portano gli utenti di Google su questo blog è "fotovoltaico fai da te" o "impianto fotovoltaico fai da te".
Quindi, significa che l'argomento interessa...

Bene, comincio col puntualizzare: il "faidate" per il fotovoltaico in Italia è molto difficile, se non impossibile.
Il progetto dell'impianto deve essere firmato da un tecnico, e la posa deve essere corredata da un "certificato di conformità" che solo un artigiano abilitato può rilasciare. E su queste cose il "fai da te" è semplicemente impossibile.

Quello che si può fare, anche per risparmiare, è collaborare con l'installatore: sia il prestarsi come "garzoni di bottega", sia il predisporre lavori secondari (posa delle canale, fissaggio al muro dei quadretti, predisposizione del sistema di fissaggio...). Sono tutti lavori che, in accordo con l'installatore, potremo fare noi, sia risparmiando qualche euro (che male non fa), sia dando sfogo al nostro istinto di bricoleur.

A questo punto, è doveroso segnalare quella che è probabilmente la maggior risorsa in rete per il "fai-da-te" fotovoltaico: il sito Build It Solar, e soprattutto la relativa sezione dedicata al fotovoltaico. Una miniera inesauribile di documentazione, progetti, riferimenti... tutto rigorosamente in inglese, ed orientato soprattutto al mercato staunitense (dove il fai-da-te invece è possibile...), ma comunque molto interessante.
Ad esempio vi si possono trovare non solo i classici impianti "grid connected" e quelli "ad isola", ma anche tutta una sezione dedicata ad impianti ibridi (grid connected ed al contempo autonomi, dotati di batterie).

Se poi vi volete sbizzarrire con il solare termico (dove il fai-da-te è possibile anche in Italia), allora eccovi qua tutta la documentazione che potete desiderare.

Insomma, ci potete passare settimane, su Build it solar!

giovedì 15 ottobre 2009

tiriamo le somme...

Ed eccomi al 139° post di questo blog, ed in occasione del Blog Action Day 2009 dedicato al "climate change" ne approfitto per fare un piccolo esame di coscienza.
Ho iniziato l'avventura di questo blog due anni fa e, nelle mie intenzioni, avrebbe dovuto accompagnarmi nella realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di casa mia: avrebbe dovuto essere un diario, giorno per giorno, dei progetti, dei problemi, di quanto veniva fatto e di quanto restava ancora da fare.
Impianto che avrei realizzato per dare il mio piccolo contributo ad un bilancio energetico sostenibile, che avrebbe dovuto essere un esempio per i vicini, che avrebbe dovuto darmi quel minimo di tranquillità d'animo che deriva dalla consapevolezza di poter pensare "quello che IO potevo fare l'ho fatto".
Ad oggi, il mio tetto è nelle stesse identiche condizioni di due anni fa.
Il "perchè" non è certo facile nè veloce da spiegare, ma ci provo:

problemi tecnici
Quello che ritenevo un tetto in buone condizioni si è rivelato, durante i sopralluoghi, esser in condizioni non proprio ottimali. Nulla che, al momento, non possa venir tamponato fissando un po' di tegole e sostituendone qualcun altra... ma non certo un tetto che possa esser lasciato così com'è per i prossimi vent'anni.
Quindi, prima di posare l'impianto fotovoltaico ci sarebbe la necessità di fare un po' di manutenzione straordinaria del tetto. Che già di per sè non sarebbero due lire...
Ma in questo periodo vuoi metterti a scoperchiare un tetto per rifarlo, senza approfittarne per coibentarlo, approfittando così dei contributi del 55%? Sarebbe una follia!
Ma, anche se non tantissimi, sono altri soldi... ed altre carte per la domanda... ed altri progetti... ed altre leggi che cambiano continuamente... ed altro tempo che passa.

problemi paesaggistici
Casa mia non è nulla di speciale, ma ha la disgrazia di trovarsi all'estremo confine di quello che, in gergo urbanistico, viene definita "zona A", ovvero una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Il che significa che, in teoria, qualsiasi modifica esterna dell'aspetto dell'immobile deve essere preventivamente autorizzato.
La cultura comune vuole quindi che, se voglio affollare il tetto di padelloni satellitari multicolori o di split di climatizzatori lo posso ovviamente fare (e viene fatto) senza problemi: il risultato ce l'abbiamo sotto gli occhi ogni giorno (ne parlavo ad esempio in questo post). ma se voglio metterci i pannelli fotovoltaici... ORRORE! E vi ritrovate a dover pagare a caro prezzo un professionista per fargli compilare una massa di carte impressionante, ed attendere un certo numero di mesi nella speranza di ottenere l'autorizzazione...

Sicurezza nei cantieri
Due anni fa, quando ho pensato per la prima volta di realizzare l'impianto fotovoltaico, la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro era la celeberrima e semprecitata 626.
Nel frattempo è entrata in vigore il  D. Lgs. 81/08, pomposamente chiamato "testo unico", che di unico ha solo una cosa: la farraginosità.
Si vede benissimo che è una di quelle legge, raffazzonate a forza di "taglia e incolla", i cui articoli sono più motivati da fattori emotivi e giornalistici che non da reali fattori tecnici.
Il problema delle impalcature e dell'edilizia che lavora "in nero" è quotidianamente sui giornali? Ebbene, eccovi qua ben 12 articoli articoli che trattano dei "lavori in quota", dove "in quota" non significa sulla parete del Cervino o sulla facciata di un palazzo di 30 piani ma... a più di due metri da terra.
Ed ecco che improvvisamente tutta una serie di lavori, che fino a ieri venivano svolti regolarmente, richiedono oggi una serie di adempimenti e strutture assolutamente sproporzionati.
Spazzacamini ed antennisti andavano sui tetti "in libera" tranquillamente? Oggi non è più possibile: oggi devono (meglio, "dovrebbero") andarci bardati come alpinisti, fissando le sicure a delle "linee vita" omologate, approvate e firmate da un tecnico...
Quindi anche l'impianto fotovoltaico, che due anni fa poteva esser realizzato da personale che si assicurava in maniera un po' improvvisata, oggi può esser realizzato solo con un'impalcatura di sicurezza a norma, con tanto di omologazione e firma...
Ed i costi salgono... provate a farvi fare un preventivo per un semplicissimo ponteggio, e vedrete quanti mesi di stipendio se ne vanno...
Già, certo, ma la sicurezza... e le morti bianche... e bla bla...
Può darsi, ma io non ho mai sentito di nessun spazzacamino caduto dal tetto. E si, mi ricordo, di aver letto una quindicina di anni fa di un antennista ubriaco caduto da un tetto da qualche parte in Piemonte...
ERGO: per come la vedo io, andare su un tetto NON è particolarmente rischioso, SE lo si fa con la dovuta attenzione e nelle dovute condizioni fisiche.
Se invece pretendiamo che anche l'imbecille distratto o ubriaco ci possa andare in sicurezza... spiacente, ma questo è impossibile. L'imbecille distratto o ubriaco sarà SEMPRE in pericolo, anche con il ponteggio, anche con la linea vita firmata e benedetta dal Papa... semplicemente perchè, come ci insegna Schiller, "contro la stupidità anche gli Dei lottano invano".
Però oggi sta il fatto che, se voglio rifare il tetto e montare l'impianto fotovoltaico, DEVO fare il ponteggio. Il preventivo più basso che ho trovato, al momento, è di oltre 4000 euro. Oltre ad IVA. Per il trasporto, il montaggio, lo smontaggio ed un mese di noleggio. SENZA comprendere il progetto del ponteggio (PIMUS).

Ed allora, chiederete? Questo benedetto impainto fotovoltaico, in definitiva, lo fai o non lo fai?
La risposta, al momento, è "non so". O, meglio, "non so più". Ormai ho "perso" anche la finestra "buona" per il 2009 per fare i lavori (avete mai visto qualcuno rifare un tetto in inverno?!?), quindi comunque se ne riparlerà per il 2010.
A questo punto devo ancora rifarmi i conti in tasca, usare il "simulatore fotovoltaico" dell'ing. Caffarelli con tutti i numeri aggiornati e decidere definitivamente cosa e come fare.

Ed allora? Tutto inutile?

No, assolutamente no. Anzi, il bilancio di questi due anni di attività e passione è del tutto positivo.
Personalemte, perchè ho scoperto tante cose e tanti dettagli tecnici sul fotovoltaico che mi mettono al di sopra di molti sedicenti "installatori professionisti".
Poi perchè comunque di queste mie conoscenze ho fatto opera di diffusione: sia attraverso il blog, sia attraverso amici e conoscenti.
E, indirettamente, ho contribuito quindi al sorgere di almeno tre impianti in casa di amici (che avevano la fortuna di vivere in zone senza vincoli paesaggistici, e con minori problemi "strutturali correlati" rispetto a me). E credo di aver dato una mano anche ad un paio di internauti, che mi hanno contattato direttamente per consigli, ed ai molti che invece sono passati per il mio blog senza lasciare traccia del loro passaggio...
A tutti sono io a dire grazie, perchè sono loro che sono riusciti a dare un senso al mio lavoro che, altrimenti, sarebbe stato vano. Ed a darmi la tranquillità d'animo di poter pensare: "Quello che potevo fare io l'ho fatto."

giovedì 1 ottobre 2009

Fotovoltaico: è il momento di tagliare gli incentivi?

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Il "Conto Energia" ha permesso in due anni di raggiungere in Italia risultati eccezionali, tant'è che il limite di 1200 MWp di impianti installati sarà probabilmente raggiunto in un qualche momento del 2010.
E dopo?
Gli incentivi del "conto energia", pur riducendosi percentualmente di anno in anno, nel momento in cui venissero a mancare del tutto comporterebbero un impatto non indifferente sul mercato.
Bisogna quindi stare attenti a non ripetere gli errori dell'ingessata industria automobilistica nazionale, che arranca di anno in anno con un accanimento terapeutico fatto di incentivi. Nel momento in cui verranno a mancare gli incentivi all'industria automobilistica, questa crollerà senza speranza (ed allora si dovranno comunque fare i conti); perchè questa si è dimostrata comunque del tutto incapace di ri-modularsi e di ritrovare nuove strategie industriali che le permettano di sopravvivere senza incentivi...
E, restando nel campo del fotovoltaico, lo stesso problema lo possiamo osservare nella vicina Spagna. La tariffa incentivante spagnola era una delle più generose, ed ha permesso una crescita enorme del mercato iberico, che è diventato il secondo al mondo come potenza installata (dopo la Germania e prima di Giappone e Stati Uniti). Ma la crisi economica ha indotto Zapatero a tagliare gli incentivi, causando quindi una crisi in questa neonata industria.
Quindi, cosa fare in Italia per prepararsi?
Il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia dichiara che "Stiamo programmando di ridurre gli incentivi in maniera graduale per evitare il trauma spagnolo"
Ed in queste sue dichiarazioni incontra il favore delle associazioni di categoria.
Ad esempio Gifi (Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane) propone un un nuovo regime tariffario per il periodo 2011-2015. Il limite di potenza incentivabile verrebbe innalzato ad almeno 7.000 MWp (dagli attuali 1.200 MW), suddiviso in 5 classi di potenza (oggi sono 3), e distinguendo due tipologie di impianti: a terra e su edifici. Il taglio dell'incentivo, sarebbe inizialmente compreso tra il 5 e il 20%, con un ulteriore decurtazione annua del 5% dal 2012 fino al 2015 (qui i dettagli della proposta Gifi)
Il tutto, permetterebbe di arrivare in maniera graduale ed indolore alla "grid parity", al magico momento in cui il costo economico di produzione di un kWh fotovoltaico sarà pari a quello di un kWh prodotto con combustibili fossili.

(fonte: Il Sole 24 ore)