martedì 30 settembre 2008

Il fotovoltaico va a ruba

Riporto da Bloegeko:

I pannelli solari sono sempre più apprezzati. Anche dai ladri.

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E' bello sapere che i pannelli solari sono sempre più apprezzati. Un po' meno bello sapere che vanno letteralmente a ruba.

Addirittura il New York Times dedica un servizio alla crescente popolarità fra i ladri dei pannelli solari.

Un'ondata di furti colpisce negli ultimi mesi la California: nessuno possiede statistiche, ma ormai è praticamente un'epidemia.

Il New York Times commenta che in Europa non succede, perchè i pannelli solari sono usati da un pezzo e la gente si è abituata a prendere precauzioni. Sarà vero in Germania e in Spagna.

In Italia, dove purtroppo installare i pannelli solari è ancora roba da pionieri, è di pochi giorni fa la notizia che una ditta di Pistoia si è trovata il tetto fotovoltaico nuovo di zecca completamente "ripulito".

Qui da noi piazzare la refurtiva dovrebbe essere difficile i pannelli solari sono dotati di un numero di matricola. Negli Stati Uniti, il New York Times consiglia ai padroni di casa di incidere su di essi un codice di identificazione.

Il New York Times parla di americani che si attrezzano a sorvegliare i pannelli solari con antifurto e videocamere. E che addirittura - ma quella è una manìa nazionale - stanno pronti a difenderli con la pistola sotto il cuscino.

Che fine fanno in California i pannelli rubati? Secondo il New York Times vengono rivenduti per quattro soldi su eBay, e rifilati a gente in buona fede.

Sul New York Times ondata di furti di pannelli solari

Su La Nazione rubati i pannelli solari ad una ditta di Pistoia

Una puntualizzazione da parte mia è doverosa: non è che da noi i pannelli FV hanno per forza il numero di matricola, ed invece negli States no. Semplicemente da noi la comunicazione del numero di matricola al GSE è indispensabile per accedere al conto energia, e quindi un eventuale pannello rubato in Italia sarebbe inutilizzabile (se non in un impianto che non usufruisca del conto energia).
E visto che in realtà i pannelli li rubano anche in Italia, che fine fanno? Sembra che finiscano in nord-Africa, o nei paesi dell'est europeo...


mercoledì 24 settembre 2008

Beppe Grillo intervista Mathis Wackernagel

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Nel sottotitolo del mio blog scrivo che dovrebbero esser evidenti i motivi per installarsi un impianto fotovoltaico.
Nella realtà, alla maggior parte della gente tanto evidente non è.
Oggi è l'Earth Overshoot Day (ovvero il giorno dell'anno in cui l'umanità ha utilizzato tutte le risorse che la natura riesce a generare in un anno; da qui al 31 dicembre vivremo a sbafo, rubando risorse naturali ai nostri figli). E quindi è il giorno giusto per affrontare questo problema.

Mathis Wackernagel è l'inventore del concetto di impronta ecologica, ed in una intervista concessa a Beppe Grillo ci spiega ciò in maniera chiarissima:

"I monaci italiani introdussero il concetto di contabilità per i soldi. L'impronta ecologica è qualcosa di simile applicato alle risorse: se pensiamo come contadini, invece che ai soldi pensiamo a quanto territorio abbiamo disponibile per i pascoli, le coltivazioni eccetera. Questo è ciò che abbiamo a disposizione e quello che usiamo per il cibo, l'energia, eccetera.
Se guardiamo quante risorse consumiamo dal primo gennaio al 23 settembre, l'Overshoot Day, e facciamo un confronto con la produzione annua totale vediamo che dal primo gennaio al 23 settembre abbiamo consumato tutte le risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un intero anno.
Quando sono nato, nel 1962, l'umanità usava la metà delle risorse rigenerabili in un anno.Finora siamo riusciti, con la tecnologia, a spremere il pianeta. Alcune aree del mondo hanno sperimentato il collasso perché sono troppo povere per importare risorse extra rispetto a quelle che riescono a produrre in loco.
La Svizzera, ad esempio, che è abbastanza ricca consuma tre volte le risorse che il suo ecosistema riesce a rigenerare. Finché avrà sufficienti risorse finanziarie, potrà comprare le risorse naturali. Le ultime stime per l'Italia sono per il 2003: 4,2 ettari di spazio ecologico produttivo rispetto a 1,8 disponibili nel mondo; un po' meno di tre volte quello che è disponibile nel mondo. La biocapacità dell'Italia è di un ettaro per persona, un po' di più della metà della media mondiale. Ci vogliono quindi 4 Italie per supportare il consumo degli italiani. Altri casi sono Haiti o il Darfur, che sono molto più limitati nella disponibilità di risorse in loco e finite queste non sono in grado di importare risorse extra da fuori e si trovano a fare i conti con gravi carenze di materie prime.
Ci sono bellissimi esempi storici, belli anche perché lontani nel tempo. Quando l'impero romano era al suo apice, a Roma abitavano un milione di persone. Quando l'impero collassò, la città non riuscì più a trasportare le risorse dai posti più lontani. La città in pochissimo tempo, un anno o poco più, scese a 50.000 abitanti appunto perché poteva contare sulle risorse locali non riuscendo a trasportarne da fuori. Questo è il miglior esempio storico.
Ci sono tre aree su cui ci dobbiamo concentrare: la prima è che, come per l'economia, dobbiamo essere coscienti di quanto spendiamo e quanto utilizziamo. Una buona contabilità non salva dalla bancarotta, ma aiuta a capire quanto ci siamo vicini.
La seconda: se si guarda alle infrastrutture costruite oggi o nel passato... le infrastrutture rimangono per decenni. Pensate a come sono costruite le vostre città: questo determina come vivete in queste città, determina per decenni quanto le case consumano.
La terza, è orientare l'innovazione nella giusta direzione. L'innovazione è il miglior strumento per risolvere i problemi, ma se non è concentrata sui problemi giusti questi non verranno risolti. Se abbiamo chiare le questioni da risolvere possiamo raggiungere gli obiettivi dell'innovazione più facilmente e iniziare a investire in questi obiettivi.
Posso dirvi quale energia useremo, è abbastanza ovvio: oggi usiamo circa 15 terawatt di energia per alimentare l'economia mondiale. Il Sole fornisce 175.000 terawatt al nostro pianeta. Quindi di sicuro questa sarà la fonte utilizzata maggiormente, come abbiamo fatto nel passato, nei primi 500.000 anni della storia dell'uomo.
Io spero che inizieremo a capire che i rifiuti non sono la fine del ciclo, ma l'inizio. I nostri rifiuti possono diventare una significativa risorsa per la nostra economia: la cosa peggiore che possiamo fare con i rifiuti è mescolare rifiuti diversi, è uno spreco. Separandoli hanno molto più valore: dalla carta si ricava carta, dal metallo il metallo, eccetera. L'organico può diventare concime tramite il compostaggio senza contaminare il resto dei rifiuti. Alcune parti possono avere un valore energetico che si può ricavare dalla combustione. I rifiuti dunque possono essere una grande opportunità e una risorsa per l'economia e non il problema che sono oggi."
M.Wackernagel

martedì 23 settembre 2008

L'impianto che vorrei...

Mi rendo conto che nel mio blog ho parlato di tante cose inerenti il fotovoltaico, il conto energia, l'integrazione architettonica e così via... però ho detto ben poco di quello che dovrebbe essere il mio impianto, di come lo vorrei, di quali sono le scelte tecniche...

Vediamo di rimediare.

Ho a disposizione una falda, inclinata di 21°, ed orientata a Sud-sudovest. L'inclinazione non è ottimale (l'ideale sarebbero 45°), ma in compenso l'orientamento è ottimo.

Non ci sono grossi problemi di ombreggiatura: camini o antenne non ce ne sono. Solo un edificio adiacente, un po' poù alto di casa mia, ouò provocare qualche ombreggiamento nella parte più occidentale, e solo poco prima del tramonto.
Ed anche la superficie a disposizione è più che sufficiente: la falda ha circa 45 m2 di spazio utile.

A rigore, basandosi sui miei consumi attuali di energia elettrica (che sono attorno ai 3200 Kwh/anno) sarebbe suffiente un impianto piccolino, dell'ordine di 2,5 kwp.
Tuttavia, ho già spiegato i motivi per cui, secondo me, è comunque meglio installare un impianto anche sensibilmente più grande di quanto necessario, in modo magari da sfruttare tutta o gran parte della superficie disponibile. E non solo perchè può esser conveniente dal punto di vista economico, nè perchè i nostri consumi di energia elettrica sono destinati in un prossimo futuro ad aumentare (a scapito di altre fonti), ma soprattutto perchè ogni kwh di energia fotovoltaica immesso in rete significa un kwh in meno di energia prodotta da combustibili fossili, e quindi minor CO2.

Nel mio caso, quindi, l'ideale reputo che sarebbe un impianto di 3 kwp, che mi permetterebbe di occupare tutta la parte orientale e centrale della falda (ovvero le parti con miglior insolazione); la parte occidentale (afflitta da sia pur limitati problemi di ombreggiamento) la riserverei piuttosto ad un paio di pannelli solari termici, per la produzione di acqua calda sanitaria (ma di questi parlerò in un altro post).

Sia i pannelli termici che fotovoltaici verrebbero posati su una falda di tetto in laterocemento con copertura in coppi.
Tale falda, costruita negli anni '70, non ha alcuna guaina impermeabilizzante, e l'impermeabilizzazione è lasciata solo ed esclusivamente ai coppi (a proposito, si tratta di bei coppi fatti a mano, recuperati dall'edificio preesistente... probabilmente avranno un centinaio d'anni, e mi ispirano molta più fiducia rispetto ai coppi di produzione attuale).
Ad oltre trent'anni di distanza dalla costruzione, qualche problemino di impermeabilizzazione comincia ad esserci; nulla di gravissimo, però sarebbe sciocco non risolverlo prima di posarci sopra i pannelli fotovoltaici. E visto che bisogna comunque alzare tutti i coppi per posare la guaina catramata, perchè non approfittare per posarci anche uno strato di isolante, usufruendo così anche del credito d'imposta del 55% per il risparmio energetico?
Inoltre, sarebbe bene un'installazione dei pannelli "in integrazione architettonica", ovvero posati sopra alla guaina, al posto del manto in coppi, e circondati da una "cornice" di coppi.
L'integrazione architettonica ha diversi vantaggi:
  • il più ovvio è che l'impatto visivo ell'impianto è minore, perchè di profilo o dal basso è praticamente impossibile vedere i pannelli
  • vi è poi un certo risparmio economico, perchè si risparmia un bel numero di coppi e la relativaposa in opera (questo risparmio è in parte compensato, ahimè, dal fatto che i sistemi di fissaggio in integrazione architettonica sono un po' più cari di quelli sopracoppo... nonchè del fatto che gli installatori tendono a far pagare di più la posa in integrazione architettonica rispetto a quella sopracoppo).
  • per gli impianti integrati architettonicamente viene riconosciuto un maggiore incentivo in conto energia
  • infine, si spera che la locale Soprintendenza veda più di buon occhio un impianto completamente integrato architettonicamente rispetto ad uno parzialmente integrato
    (ve l'avevo detto che vio in una zona soggetta a vincolo paesaggistico? No? ma si che ve l'avevo detto...)

Tutti bei propositi ma che, nonostante il credito d'imposta e nonostante l'ovvia convenienza, si scontrano comunque con un fatto: costano.
E visto che le risorse economiche da dedicarci sono quelle che sono (qualcuno potrebbe dire "il budget è limitato"), giocoforza dovrò ricorrere a qualche compromesso...

Come pannelli fotovoltaici, sarei indirizzato verso pannelli di silicio monocristallino, che sono quelli che oggi garantiscono la maggior produttività ed il miglior rapport produttività/prezzo. Non sono ancora orientato verso nessuna marca in particolare, anche se mi indirezzerò probabilmente verso qualche leader di mercato (tipo Sharp, Kyocera, Mitsubishi) in quanto sono gli unici che, oltre a promettere una garanzia di vent'anni, probabilmente saranno anche in grado di mantenerla per tutto questo tempo. Anche il fatto di "premiare" qualche piccolo e neonato produttore locale ha il suo fascino, pur considerando il maggior rischio che questo produttore scompaia nei corso dei prossimi vent'anni. Quindi ancora non escludo nulla e nessuno a priori...

Come inverter, dopo averli visti e toccati con mano in occasione del Solarexpo, mi sono infatuato dei Sunnyboy della SMA: c'è il vantaggio della maggior affidabilità che danno i produttori leader mondiali di mercato, nonchè il fatto che i prodotti SMA hanno sempre dei rendimenti percentuali al top. Ma anche qui, al momento, non si tratta che di un'infatuazione... e quindi può darsi benissimo che nel corso della mia ricerca nasca un amore (vero o mercenario :) ) verso qualche altro inverter...
Come sistema di fissaggio, trovo affascinante l'Intersole (ma il mercato è effervescente, e compaiono continuamente nuove soluzioni, sia industriali che artigianali, che appaiono molto valide... e sulle quali potrei alla fine decidere di indirizzarmi).

Adesso non mi resta che finire di guardarmi in giro, farmi i conti intasca, e decidere cosa fare... facile no?

(A proposito di "conti in tasca": ricordo a tutti che la mia campagna di autofinanziamento esiste sempre, anche se langue... il tastino "donazione" che trovate in alto a destra penso sia il meno cliccato di tutta internet... oppure se volete partecipare al mio piccolo mercatino su Ebay... )

giovedì 18 settembre 2008

Scelta dell'installatore

Per chi vuole un impianto fotovoltaico, prima o poi si impone il momento fatidico della scelta dell'installatore.
L'installatore di impianti fotovoltaici è un artigiano, e precisamente un elettricista un po' più evoluto ed esperto rispetto a quello che di solito si limita a cambiare prese ed installare salvavita ai pensionati per "mettere l'impianto a norma".
Tale installatore può essere anche un'azienda, anche grossa, ma questo non ci deve indurre in errore: il mercato è quello degli artigiani, e quindi anche un'azienda agirà secondo le logiche tipiche degli artigiani. Altrimenti, verrà semplicemente spazzata via dal mercato.

Io con gli artigiani ho avuto molte esperienze, soprattutto in ambito professionale. E gli artigiani (indifferentemente se si tratti di elettricisti, idraulici, carrozzieri o riparatori di tapparelle) hanno più o meno sempre le stesse logiche. Agli inizi della mia carriera un paio di volte mi ci sono scottato, ma poi ho imparato, mi sono imposto alcune semplici regole, e da allora sono sempre riuscito a condurre le mie trattative con successo e senza sorprese.
Il fatto che, talvolta, conoscenti e colleghi si siano affidati ad artigiani violando una o più di una di queste norme, e venendo poi sempre sonoramente fregati, costituisce la "prova del nove" sul fatto che le mie norme sono valide.
So che gli artigiani non saranno entusiasti di queste regole, le criticheranno, alzeranno mille obiezioni... ciò significa che sono giuste.
E quindi, considerato che anche gli installatori di impianti fotovoltaici sono artigiani come tutti gli altri, si impone il rispetto anche con loro delle seguenti regole:
  1. MAI affidare un lavoro ad un artigiano senza avere prima in mano un preventivo scritto
  2. Non limitarsi mai ad avere un solo preventivo, ma sempre al minimo tre
    (per lavori grossi, aumentare il numero di preventivi; per l'installazione della caldaia, a casa mia, raccolsi dieci preventivi diversi)
  3. Se qualche artigiano vi chiede, sotto qualsiasi forma, un "contributo" per la stesura del preventivo, dimenticatelo.
  4. Nei preventivi, chiedere e pretendere che la parte "fornitura" e "lavoro" siano sempre ben distinte
  5. non lasciare mai che l'artigiano si occupi anche della fornitura di parti "importanti"
    ovvero, come nel sopra citato caso della caldaia: non lasciate mai che sia l'artigiano a fornirvela. Se non avete tempo, modo, voglia o capacità di seguire l'artigiano nel suo lavoro, allora lasciate che si occupi lui di fornire tutte le parti minori (esempio, sempre riferito alla caldaia: tubi, giunti, cavi, vaso di espansione) ma premuratevi di procurare tutto voi
  6. non lasciare mai un artigiano a lavorare da solo
    L'occhio del padrone ingrassa la vacca: è molto più di un proverbio, è la sacrosanta verità. Magari, se necessario, prendete ferie: non saranno sprecate!
  7. non pagare mai anticipatamente
    E' sacrosanto pagare un anticipo, ma per il saldo attendiamo sempre che il lavoro sia finito; se qualcosa non va, attendiamo che venga messo a posto prima di saldare
  8. diffidare sempre degli artigiani che criticano aprioristicamente il lavoro di altri artigiani
    Capita spesso che un artigiano intervenga su un impianto esclamando "Ma chi ha fatto questa porcheria?", oppure che in fase di preventivo critichi in maniera severa (ma spesso immotivata) le proposte dei concorrenti. Solo raramente queste critiche sono fondate (e si impone un minimo di esperienza da parte vostra per capire se per caso lo siano), ma molto spesso sono solo un "atteggiamento commerciale". Anni fa mi capitò che un artigiano, intervenendo su una caldaia, sbottò con il classico "Ma chi ha fatto questa porcheria!". Ci restò male quando gli ricordai che l'aveva fatta lui, meno di dieci anni prima...
Siamo arrivati ad un decalogo? No, appena ad un "ottalogo"... però queste poche, semplici regole possono permettervi rilevanti risparmi, e mettervi al sicuro da brutte sorprese.

giovedì 11 settembre 2008

Energia elettrica + 3,7%: fotovoltaico sempre più conveniente

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Secondo una stima di Nomisma, l'energia elettrica nel trimestre ottobre-dicembre dovrebbe aumentare ulteriormente del 3,7%.

E c'è ancora chi pensa che un impianto fotovoltaico non sia un buon investimento...

martedì 9 settembre 2008

IVA al 10% per il fotovoltaico...

... e per il solare termico.

Sembra che non tutti sappiano che gli impianti fotovoltaici e gli impianti solari termici godono dell'aliquota IVA ridotta del 10% (quella ordinaria è del 20%).
La cosa sorprendente è che anche molti operatori sono all'oscuro di ciò, e quindi applicano (erroneamente) l'aliquota del 20%, oppure si inventano strane dichiarazioni da parte del cliente, o pongono insussistenti obiezioni...

Vediamo di dare un po' di punti fermi. Per intanto, i riferimenti di legge:
Quindi, basta che li stampiate e li facciate vedere al vostro fornitore (grossista, o artigiano installatore: indifferente). Se non li capisce, che se li faccia spiegare dal suo commercialista.

Un'obiezione inoltre frequente (soprattutto tra i piccoli artigiani) è: "Ma io l'IVA la pago al 20%, come faccio ad addebitartela al 10%? Ci rimetto!"
Spesso questa obiezione viene fatta per pura, beata ignoranza (significa che non hanno capito nulla del meccanismo dell'IVA...), talvolta perchè "ci marciano"...
Non è il caso di spiegare qui in dettaglio come, quando e perchè l'artigiano recupererà quel 10% di differenza: sappiate che lo farà, e non ci rimetterà un centesimo di tasca sua. I commercialisti sono lì apposta...

venerdì 5 settembre 2008

impianto fotovoltaico fai-da-te

Qualcuno riesce a farlo.

I miei più sinceri complimenti a Sunrick: sia per l'abilità tecnica, sia (soprattutto) per aver avuto il coraggio di farlo e di rompere il diktat: "deve farlo per forza un installatore".
Molto interessanti i commenti, soprattutto quelli degli installatori...

giovedì 4 settembre 2008

Dimensionamento dell'impianto fotovoltaico

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Quando chiedete un preventivo per un impianto fotovoltaico, immancabilmente vi chiedono: "Qual'è il suo consumo attuale di energia elettrica"?
Dopodichè lo usano come base per il dimensionamento, partendo dal presupposto (apparentemente giusto) che:
  • se l'impianto produce più del vostro fabbisogno, allora regalate energia elettrica all'ENEL ed il rientro economico è inferiore
  • se l'impianto produce meno del vostro fabbisogno, allora vi ritroverete comunque a dover acquistare un po' di energia dall'ENEL (mentre con un impianto più grande avreste speso un po' di più ma avreste avuto un ritorno economico migliore)
E quindi tutti i progetti sono basati proiettando il CONSUMO ATTUALE per i prossimi venti anni.
Ma chi ha detto ciò? Sulla base di quale assurdo preconcetto puoi ipotizzare che il consumo di una famiglia resterà circa costante per i prossimi VENTI anni?!?!
Nei prossimi venti anni i figli si sposeranno e se ne andranno (ed il consumo diminuirà), o magari arriveranno altri figli (ed il consumo aumenterà).
Tra dieci anni si cambierà la lavastoviglie, con una che ha un consumo di 1/10 rispetto all'attuale... oppure tra dieci anni l'illuminazione sarà tutta a turboled a tiotimolina risublimata, ed illumineremo a giorno un salone con 3 watt di consumo. O magari, considerato che la corrente ce l'abbiamo gratis mentre il gas lo pagheremo a 327000 euro al metro cubo, decideremo tra dieci anni di installarci un impianto di riscaldamento elettrico a pompa di calore ionizzante ad effetto venturi...
Quello del "prendere i consumi attuali e manetnerli uguali per i prossimi 20 anni" è solo uno degli scenari possibili. Ed, obiettivamente, il più improbabile.
Tuttavia è quello che usano i "progettisti"...

Le mie considerazioni al proposito sono:
  • il conto energia comunque è indipendente dal consumo; ovvero, il contributo del conto energia si riceve per ogni kwh immesso in rete, anche se non consumato in proprio
  • il consumo di energia elettrica, in futuro, è facile che aumenti, e per diversi motivi:
    1 - le altri fonti di energia domestica (gas) aumenteranno sensibilmente di prezzo, e quindi troveremo comunque conveniente spostare il più possibile i nostri consumi sull'elettrico
    2 - anche senza aumenti di prezzo, comunque l'utilizzo di una maggior quantità di energia elettrica di origine fotovoltaica al posto di combustibili fossili (gas) è comunque un BENE
    3 - già oggi esistono tecnologie alimentate elettricamente sia per il riscaldamento (pompe di calore) sia per la cottura di cibi (piani ad induzione) che sono intrinsecamente migliori e più efficienti dei tradizionali apparecchi a gas
    4 - probabilmente (e, aggiungo, purtroppo) nei prossimi vent'anni appariranno altri infernali gadget elettrici, i quali aumenteranno i nostri consumi ma dei quali non potremo più fare a meno (è da mezzo secolo che va avanti questa storia, volete che si fermi proprio adesso?)

martedì 2 settembre 2008

Ikea si dà al fotovoltaico?!?!?!

fonte: blog futuroprossimo

Johan Stenebo è a capo di una controllata dell’IKEA chiamata Greentech, è un uomo con un sogno. Stenebo vuole investire nel più economico ed efficiente pannello solare fotovoltaico disponibile per poterlo vendere nei negozi IKEA entro i prossimi 2 o 4 anni.

Il solare fotovoltaico a basso prezzo è un obiettivo impegnativo. Ma Peter Kamprad il figlio del fondatore di IKEA Ingvar è un convinto sostenitore della tecnologia ecologica, e la Greentech di Stenebo investirà circa 75 milioni di dollari in dieci società in cinque aree: tecnologia solare, conservazione dell’energia, risparmio di risorse idriche, illuminazione alternativa, e nuovi materiali. Società scandinave sono il primo obiettivo della Greentech.

Ciascuna di queste aree è la benvenuta nell’ambito dell’approccio a prezzo abbordabile di IKEA, sebbene installare pannelli solari sul tetto con i diagrammi semplicistici e qualche chiave che accompagnano gli arredamenti fai date di IKEA sembra qualcosa poco immaginabile. Senza contare che molte installazioni necessitano di permessi da parte dei condomini o di altro tipo.

La rete di distribuzione di IKEA con 270 negozi in tutto il mondo potrebbe rendere la tecnologia verde disponibile per le masse, uno sviluppo senza precedenti.