venerdì 12 dicembre 2008

Tristezza e scoramento...

Qualcuno mi ha chiesto il perchè della mia assenza dal blog, e perchè nel blog non ho denunciato la porcata del pratico azzeramento (inizialmente addirittura retroattivo) delle agevolazioni del 55% per il risparmio energetico...

Certamente, avrei potuto (o dovuto?) aderire alla campagna di Jacopo Fo
No al suicidio energetico!

(o la catena è di Kuda? Non si capisce bene...)

Ma la sensazione di desolazione per l'ottusità dei nostri politici è troppa, ed è così che mi sento:


(via canemucca)

No, qualsiasi lamentela via web sarebbe inutile... la tentazione di scendere in piazza sarebbe forte, ma si risolverebbe qualcosa? No, certamente...
L'unica è rimboccarsi le maniche e lavorare. Incentivi o non incentivi, governo doppiogiochista o no, dobbiamo essere consci di cosa è giusto fare, e farlo anche senza incentivi o agevolazioni fiscali.

Costerà di più? Può darsi.
Ma nella storia c'è gente che è morta per fare la cosa che riteneva giusta.
A noi invece viene chiesto solo di vuotarci il portafogli...

venerdì 5 dicembre 2008

fotovoltaico: piccolo è meglio

In un recentissimo report di Ernst & Young, "A new era for renewables in Europe. Tough targets, structural change and the race for capital", si scopre l'acqua calda: in pratica, la strada per raggiungere gli obiettivi del 2020 in materia di rinnovabili è in salita ed è necessario investire sui piccoli impianti, le tecnologie decentrate, e le reti di distribuzione intelligenti.

Questo il commento di Qualenergia al report:

Francia, Italia, Spagna, Germania e Regno Unito, segnala il rapporto, dovranno far crescere del 70% la propria potenza rinnovabile per raggiungere gli obiettivi. [...] Ma, questa la parte interessante del rapporto, tra tutti ad avere più possibilità di farcela sarà chi deciderà di puntare sul piccolo.

La crisi economica , rileva l’agenzia, si farà sentire anche per le tecnologie rinnovabili sotto forma di una maggiore difficoltà nel reperire capitali per realizzare i grandi progetti. Spiega Helmut Edelmann, direttore della divisione Power & Utilities: “Crediamo che il futuro dei grandi progetti di eolico off-shore e quelli per ricavare energia dalle maree siano ora in forse, per colpa dei rischi inerenti alla crisi finanziaria. La mancanza di liquidità significa che per le compagnie sarà quasi impossibile trovare i 500 miliardi di euro che noi stimiamo servano per realizzare questi progetti”.

La crisi, dunque, nel campo delle rinnovabili colpirà chi pensa in grande, e la maggior parte delle utility è ancora troppo concentrata sui grandi impianti centralizzati. Ad avere un vantaggio, spiega Edelmann saranno “le società che per prime capiranno come sta cambiando il mercato e investiranno in infrastrutture capaci di supportare energia prodotta in maniera decentrata e su piccola scala da eolico, solare e biomassa. La diversificazione e la flessibilità saranno i fattori chiave per il successo.”

Essenziale dunque per le compagnie elettriche investire sulle nuove reti “intelligenti", capaci di accogliere e coordinare l’energia discontinua e distribuita dei piccoli impianti a fonti rinnovabili, ma - spiega il portavoce di Ernst & Young – sarà necessario anche che la filiera delle rinnovabili riduca i costi di produzione e le utility dovranno anch'esse investire : “aiutando i clienti commerciali e privati a costruire piccoli impianti rinnovabili che immettano energia in rete. Senza questi cambiamenti strutturali - conclude Edelmann - gli ambiziosi obiettivi dell’Ue non saranno mai raggiunti”.